La Storia di Babbo Natale

by Eleonora
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Nell’immaginario comune Babbo Natale è un uomo dalla grande stazza, con la barba bianca, che durante la notte di Natale va in giro con la slitta trainata dalle renne, a portare doni a tutti i bimbi buoni.
Ma le origini di Babbo Natale sono molto complesse: infatti la sua storia deriva da alcune tradizioni che si mescolano con dei racconti e che hanno contribuito così alla nascita di questo personaggio.

Infatti si parte da San Nicola, nato in Turchia (260/280), da famiglia ricca e benestante. Rimasto orfano molto presto, poiché i genitori morirono di peste, divenne molto ricco.
San Nicola decise di usare il suo patrimonio per aiutare i poveri e i bisognosi.

In particolare si dice che il Santo aiutò tre ragazze a sposarsi dignitosamente, dando loro per tre notti di seguito dei soldi avvolti in un panno. In questo modo evitò che le tre ragazze si prostituissero a causa della loro povertà.

A Mira, dove divenne vescovo, riuscì a trovare rifornimenti durante un periodo di carestia e ridusse pure le tasse.
È stato fatto patrono della flotta veneziana e protettore dei marinai.
È il Patrono di Bari e viene raffigurato con il bastone pastorale e tre sacchi di monete o tre palle d’oro, che fanno riferimento all’episodio delle tre fanciulle; inoltre, spesso è vestito da vescovo.

È anche protettore dei marinai, delle ragazze da marito, degli scolari, dei mercanti, dei farmacisti, dei profumieri, dei bottai e dei bambini.
Infatti, per quanto riguarda i bambini, si racconta di tre piccoli uccisi da un macellaio e da lui fatti resuscitare: per questo è considerato il santo dei bimbi.

In seguito è diventato famoso in tutto il mondo, nei Paesi nordici. In Russia e ad Amsterdam è diventato il patrono e, grazie agli olandesi fondatori di New York, il suo culto è diventato celebre anche negli Stati Uniti.

E così nacque la leggenda: il 5 dicembre i bambini preparano la letterina, calze e stivali che, il giorno della festa del Santo, avrebbero poi trovato pieni di dolci, regali o carbone, a seconda se fossero stati più o meno buoni.

Alcune origini antiche vedono l’usanza di lasciare gli stivali vicino al camino o fuori dalla porta.
Prima del Cristianesimo, in Germania, i bambini li riempivano di carote, paglia o zucchero per rifocillare Sleipnir, il cavallo volante del dio Odino che, per ringraziarli, lasciava loro doni e dolcetti.
Questa usanza restò anche con il Cristianesimo, però venne attribuita a San Nicola che, pure lui, viaggiava a cavallo.
Ed ecco nascere l’abitudine di appendere le calze al caminetto per Natale o per l’Epifania.

Si dice che avesse anche un aiutante, Zwarte Piet (Pietro il Nero), uno schiavo moro che corrisponde all’uomo nero dei racconti popolari che spaventava i bambini.
Questo aiutante, si racconta, catturava quelli che non si comportavano bene per portarli in Andalusia, una zona spagnola dominata dai mori, oppure li percuoteva con un bastone.

Si dice anche che San Nicola avesse invitato i parroci della sua città ad andare a visitare i bambini che non potevano uscire per il troppo freddo, per raccontare loro di Gesù e delle Sacre Scritture, portando anche qualche piccolo dono.
Questi sacerdoti indossavano soprabiti rossi e portavano un sacco colmo di regali; in più si spostavano con slitte trainate da cani. E così nasce l’abito di Babbo Natale.

Si raccontava pure che il Santo desse la caccia a un demone che si infilava nelle case passando attraverso i caminetti e che, dopo averlo sottomesso, l’avesse costretto a scusarsi portando i doni ai bimbi che aveva spaventato.
Molti pensano che Babbo Natale sia San Nicola, oppure il demone da lui sottomesso, o ancora qualche uomo buono che, seguendo il suo esempio, è poi diventato immortale.

Un importante ruolo lo svolge la bellissima poesia di Clement Clarke Moore, “Notte prima di Natale”. In questa poesia viene descritto il suo aspetto e la casa in cui la storia è ambientata, con le calze appese al camino e i bambini che dormono mentre fanno sogni bellissimi.
Inoltre viene raccontato il rumore prodotto da una slitta con otto renne; poi si vede un vecchietto che si cala dal camino con un sacco di doni, cicciottello, che fuma la pipa, con una grossa pancia, guance rosse, occhi scintillanti, una folta barba lunga e bianca e un sorriso allegro e contagioso.
Questo vecchietto riempie tutte le calze di doni e dolcetti e se ne riparte augurando buon Natale.

Da questa poesia nascono le otto renne: Fulmine, Ballerina, Donnola, Freccia, Cometa, Cupido, Saltarello e Donato.
In seguito si aggiunse Rudolph, la renna dal naso rosso, protagonista del racconto di Robert Lewis May del 1939. Rudolph, grazie alla luce emanata dal suo naso quando si emozionava, aiuta Babbo Natale nel suo viaggio con la slitta durante una notte burrascosa, dandogli la possibilità di arrivare per tempo e di ritrovare la strada del ritorno.

Alla fine dell’Ottocento, nelle cartoline di Natale, Babbo Natale veniva raffigurato con il classico abito rosso orlato di pelliccia bianca, stivali neri e cinturone.
In seguito Haddon Sundblom si interessò dell’abbigliamento di Babbo Natale: fu infatti l’illustratore che realizzò l’immagine per le campagne della Coca-Cola a partire dal 1931.

Con il passare del tempo venne anche “creata” l’immagine della sua dimora, rappresentata da una fabbrica gestita dagli elfi, addetti alla supervisione dei giocattoli per bambini.
Negli Stati Uniti si dice che si trovi al Polo Nord, mentre in Europa si pensa che sia in Lapponia, presso il villaggio di Rovaniemi, o in varie località dei Paesi scandinavi.

In America si accoglie Babbo Natale preparando, la sera della Vigilia, un bicchiere di latte e biscotti e qualche carota per le renne.
Invece gli inglesi offrono mince pie e sherry, mentre in Olanda si mette fuori dalla porta una scarpa piena di carote e fieno, che verranno poi sostituiti dai dolcetti.

Famosissima e molto diffusa è anche l’abitudine di scrivere una letterina contenente la lista dei doni desiderati, dicendo anche di essere stati buoni e di esserseli quindi meritati.
Inoltre è interessante sapere che in alcuni paesi esistono delle associazioni di volontari che si occupano di rispondere a queste richieste, soprattutto se provengono da ambienti poveri o da strutture ospedaliere.

Quanto appena detto è utile per capire come si è arrivati alla figura di Babbo Natale, che si vede girare per le strade di ogni città nel periodo più bello dell’anno, cioè quello natalizio.
In più, in ogni casa, si trovano decorazioni che lo raffigurano; infatti, un po’ ovunque si vede quest’uomo grande e grosso, con il pancione, la folta barba bianca, gli occhialini, vestito di rosso e con un grosso sacco di regali in mano.
Basta vedere una sua rappresentazione per riportarci tutti indietro nel tempo e farci ritornare, per un attimo, di nuovo bambini e gustare appieno quell’atmosfera magica che solo il Natale sa regalare.

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